Il dipinto messo in scena di Bosch mostra un'inclinazione dell'era rinascimentale per concetti originali e contenuti complessi e codificati, il cui pieno significato poteva essere rivelato solo a un pubblico ristretto. Ma anche chi ha potuto visionare le sue opere ha avuto difficoltà a decifrare completamente le immagini dell'artista. E rappresentano ancora oggi un mistero per gli storici dell'arte.
La morale e le affermazioni nelle opere di Bosch sono spesso ambigue. Ma i difetti umani come rabbia, follia, avidità, lussuria, gola e altri svolgono un ruolo significativo. Quando si interpretano le opere d'arte, è spesso utile guardare al momento in cui l'opera è stata creata. Nel caso di Bosch, è un'epoca in cui le persone credevano nella realtà del diavolo e dell'inferno. Erano convinti che Satana sarebbe apparso e che il Giudizio Universale lo avrebbe seguito con assoluta certezza nel prossimo o lontano futuro. Il dramma del peccato e della follia umana era comprensibile a Bosch e ai suoi contemporanei solo come espressione di Lucifero e dei suoi scagnozzi, che cercavano costantemente di ingannare l'umanità. Alcuni autori hanno riferito che le profezie dell'apocalisse si sarebbero presto adempiute nel mondo, con l'arrivo di pestilenze, inondazioni e altri disastri naturali.
Nelle sue foto, Bosch si interessa anche alla vita umana quotidiana. Esprime la sua disapprovazione per stati e classi speciali, critica i truffatori (Il giocoliere), monaci e monache viziosi (Il giardino delle delizie), ciarlatani e le loro vittime credulone (Il tagliapietre) o l'uomo agiato per il quale la sua ricchezza è più importante della sua anima (Morte di un burbero). Sono tutti argomenti che si ritrovano nelle prediche dell'epoca, nei proverbi e nei canti a carattere morale e didattico, oltre che negli scritti satirici. La salvezza del credente cristiano non deve avvenire fuori del mondo, ma al suo interno attraverso una vita onesta e un lavoro onesto.